E’ dimostrato che nella quasi totalità degli incidenti di auto, prima del botto, l’autista tocca i freni. Beh se il principio di causa effetto è corretto allora conviene farli smontare dalle proprie automobili.I dati, appunto, parlano chiaro!

Nelle scene finali di una serie di gialli della TV in bianco e nero di tanti anni fa (niente a che vedere con il più noto tenente Colombo o con il nostro Montalbano per carità) il protagonista, uno scrittore di fama figlio di un ispettore di polizia, immancabilmente svelava il colpevole riunendo in un’unica sala i sospettati dell’omicidio e ripercorrendo i fatti accaduti.

A noi spettatori, che pur avevamo seguito con attenzione l’evolversi della vicenda, non rimaneva che goderci ogni volta stupiti la soluzione dell’intricato enigma. Se mi avete seguito fin qui io penso che qualche conclusione l’avete già maturata, ma per sentirmi un attimo Hellery Queen – si sa che i ricordi dell’infanzia lasciano un segno indelebile nella fantasia – provo anche io portare in evidenza i dati salienti.

  • Il lago di Varese ha una superficie di 15 km2 e una profondità media di 11 metri (la massima è di 27 circa).
  • Il volume di acqua presente (media annuale) è di 165 milioni di m3.
  • Il fiume Bardello ha una portata media (variabile e controllabile con le paratie della diga) di 2,8 m3/sec.
  • Per evaporazione nelle giornate più calde il livello del lago scende fino a due centimetri al giorno (pari a 300 milioni di litri).
  • Il ricambio dell’intera massa del lago avviene (basta fare i conti) in 1 anno e 10 mesi circa.
  • Il lago, nel suo respiro annuale, si stratifica verticalmente dividendosi in due ambienti completamente diversi e difficilmente miscibili (a parte rari fenomeni atmosferici legati ai venti)
  • Il lago consente solo un breve periodo all’anno, circa tre settimane da metà gennaio, il rimescolamento dell’intera colonna d’acqua.
  • Anno dopo anno il carico di fosforo ed azoto (insieme ai residui organici di ciò che entra nel lago) lentamente si deposita sul fondo.
  • Gli sfioratori del collettore e gli scarichi ancora diretti nel lago continuano a riversare sostanze nutritive nel lago
  • .Ad ogni variazione di pressione atmosferica (e bastano pochi millibar, immaginiamo un temporale o il passaggio di una perturbazione che effetto portano) il lago  modifica la propria concentrazione di ossigeno in modo quasi istantaneo.

Ci siete arrivati ? (perdonatemi ma così era, nella citata serie TV)

E’ il rimescolamento della colonna d’acqua, possibile solo nei momenti di destratificazione (complessivamente 2/3 settimane all’anno) e nelle poche giornate di vento forte negli altri periodi (altre 2/3 settimane in totale?) che riporta in circolazione le sostanze depositate sul fondo. Di tutto di fosforo e del carico eutrofico presente sui fondali in realtà ogni anno solo un ottavo circa (6 settimane su 52) viene potenzialmente rimesso in circolazione nel lago. Beh stando così le cose è dunque il carico esterno (quello degli sfioratori e degli scarichi diretti) che assume il vero ruolo da protagonista nelle dinamiche di eutrofizzazione degli strati superficiali. E’ a lui che dobbiamo imputare le fioriture algali, l’intorbidamento delle acque e i titoli sensazionalistici di lago moribondo (ma non ne siete stufi anche voi?) dei giornali locali.

E quindi che ne dite ora degli ossigenatori e del prelievo ipolimnico di qualche anno fa?

Che le idee fossero (?) poco chiare lo dimostra già il fatto che il progetto era combinato: ossigenatori e prelievo ipolimnico cos’hanno in comune, oltre al finanziamento pubblico? A rendere evidente che i primi fossero assolutamente inutili per le dimensioni del nostro bel lago sarebbero bastati pochi minuti di valutazione, mi si perdoni l’arroganza. Al secondo invece vennero imputati (erroneamente per i motivi detti  prima) improbabili effetti e ricadute sull’ecosistema. Un errore di valutazione che, svista su svista, a torto decretò la sua sospensione. Per quanto non nelle dimensioni credute il carico del fondo ha una importanza nelle dinamiche del lago sul lungo termine e soprattutto per la vita dei fondali. Qui, per noi nostalgici, ci vorrebbe la musica della sigla della serie TV, i titoli in uscita…e un paio di robusti poliziotti a braccetto di qualcuno.

Qualche tempo fa alcuni (forse un po’ bontemponi come lo furono tre studenti universitari nel 1984 quando buttarono dei falsi Modigliani nei fossi livornesi) proposero di seppellire il fondo del lago sotto una coperta di argilla (drogata forse con alcuni metalli pesanti ..). L’idea, la loro, era quella di impedire il rilascio del fosforo ed azoto presenti in quantità nei fanghi in profondità creandoci sopra un sarcofago impenetrabile.

Non voglio entrare nel merito degli aspetti tecnici ed economici (…) ma qui sottolineare come un tassello importante per la vita di un lago è proprio il fondo e la vita dei numerosissimi vermi e batteri che li proliferano (e riprendono ciclicamente il loro spazio secondo il respiro annuale del lago) e che costituiscono non solo un importante anello della catena alimentare (molti pesci vanno a pescare in profondità e spesso anche in assenza di ossigeno) ma anche un fondamentale tassello della vita.I cunicoli scavati da questi invertebrati portano l’ossigeno (che nei mesi freddi arriva ovunque, vi ricordate ?) e la vita molto in profondità negli strati del fondale stesso.